disturbo di panico

Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia che si presenta con la manifestazione di ricorrenti attacchi improvvisi e ripetuti di panico, senza una causa immediatamente identificabile. Durante la vita, è comune sperimentare ansia e paura, poiché queste emozioni possono scaturire automaticamente di fronte a situazioni percepite come pericolose. Tuttavia, nei casi di disturbo di panico, l’esperienza è diversa: le persone affette provano frequenti episodi di ansia, stress e paura, senza un motivo evidente. Inoltre, vivono una preoccupazione costante riguardo alla possibilità di subire ulteriori attacchi e alle loro potenziali conseguenze, come il timore di un infarto, la perdita di controllo o la difficoltà nel calmarsi. Questi individui sperimentano un livello quasi costante di ansia, paura e agitazione, che talvolta può raggiungere l’intensità necessaria per scatenare un attacco di panico. Tale attacco si manifesta con una repentina sensazione di paura e ansia estrema, apparentemente senza motivo, spesso accompagnata dalla sensazione di essere sull’orlo della morte, e può essere correlato a sintomi fisici specifici.

Caratteristiche e sintomi comuni del disturbo di panico 

Durante un episodio di panico, l’individuo sperimenta improvvisamente una sensazione di paura e ansia intensa, senza un motivo apparente, spesso accompagnata dal timore di morire. Questo stato è associato a diversi sintomi fisici, tra cui sudorazione, tremori, palpitazioni, tachicardia, nausea o disturbi addominali, sensazione di mancanza d’aria o soffocamento, brividi e vertigini.

Le persone affette da questo disturbo possono anche sviluppare un senso di irrealtà o distacco dalla realtà durante gli attacchi di panico. Questi sintomi psicologici possono contribuire a rendere l’esperienza dell’attacco ancora più spaventosa e debilitante per chi ne è affetto

La frequenza degli attacchi varia in base alla gravità della condizione, con alcune persone che ne soffrono uno o due al mese e altre che ne possono avere diversi a settimana.

Tipicamente, un attacco di panico dura tra i cinque e i venti minuti, sebbene nei casi più gravi possa prolungarsi fino a un’ora. L’episodio di panico tende a placarsi spontaneamente nel tempo, con i sintomi che svaniscono gradualmente, lasciando il soggetto in uno stato di allerta, paura, agitazione e sbigottimento.

A causa della loro natura spaventosa e intensa, gli attacchi di panico generano solitamente nella persona la paura di vivere nuovi episodi, alimentando così un circolo vizioso in cui la paura stessa dell’attacco contribuisce ad aumentare l’ansia, che a sua volta può provocare nuovi attacchi.

È importante ricordare che i sintomi del disturbo di panico possono variare da persona a persona e che non tutti i sintomi elencati possono manifestarsi contemporaneamente. Inoltre, è possibile che gli attacchi di panico si verifichino in situazioni specifiche o in modo imprevisto senza un preciso trigger.

Diagnosi del disturbo di panico

Il disturbo di panico è classificato all’interno del capitolo sui disturbi d’ansia del DSM-5, insieme ad altre condizioni come il disturbo d’ansia generalizzata, le fobie e altri disturbi d’ansia specifici.

Per formulare una diagnosi, è necessario che il soggetto, dopo aver sperimentato il primo attacco di panico, manifesti una persistente preoccupazione e paura di subire ulteriori episodi per almeno un mese. Inoltre, affinché un episodio sia considerato un attacco di panico, devono essere presenti almeno quattro dei sintomi seguenti durante l’episodio:

  • Palpitazioni o tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Sensazione di respiro corto o difficoltà a respirare
  • Sensazione di soffocamento
  • Dolore al petto
  • Nausea o dolore addominale
  • Vertigini, instabilità, sensazione di testa leggera o rischio di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Parestesie, ovvero sensazioni di formicolio o intorpidimento
  • Derealizzazione, che consiste nella percezione di irrealtà, o depersonalizzazione, che è la sensazione di distacco da sé stessi
  • Sensazione di perdita di controllo o di impazzire
  • Paura di morire

La diagnosi del disturbo di panico è basata principalmente sull’esame clinico e sull’anamnesi del paziente. È fondamentale che venga effettuata  una valutazione accurata dei sintomi riportati dal paziente per escludere la presenza di altre condizioni mediche che potrebbero mimare il disturbo di panico, come ad esempio patologie cardiache o tiroidee.

Per effettuare la diagnosi potranno essere utilizzati dei questionari specifici, come il Panic Disorder Severity Scale (PDSS) o il Panic Attack Questionnaire (PAQ), per valutare l’intensità e la gravità dei sintomi. Questi strumenti aiutano a ottenere una valutazione più oggettiva della condizione del paziente e a monitorarne la risposta al trattamento nel tempo.

Per la diagnosi potrebbero anche essere richiesi degli esami di laboratorio e strumentali per escludere eventuali cause organiche dei sintomi, come ad esempio analisi del sangue, elettrocardiogramma o test della funzionalità tiroidea. Inoltre, potrebbe essere utile effettuare una valutazione psicologica per approfondire le dinamiche personali e relazionali del paziente che potrebbero contribuire al manifestarsi dei sintomi.

È importante sottolineare che la diagnosi del disturbo di panico non è basata solo sui sintomi fisici riportati dal paziente, ma tiene conto anche dell’impatto che tali sintomi hanno sulla qualità della vita e sul funzionamento quotidiano della persona.

Una diagnosi precoce e accurata è fondamentale per avviare un trattamento adeguato e migliorare la prognosi a lungo termine del paziente affetto da disturbo di panico.

Cause e fattori scatenanti del disturbo di panico

Le cause esatte del disturbo non sono ancora del tutto comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali possa contribuire alla sua insorgenza. Alcuni studi suggeriscono che il disturbo di panico possa avere una base genetica, quindi è più comune tra i familiari di primo grado dei pazienti affetti. Inoltre, alcune anomalie neurochimiche nel cervello, come un’elevata sensibilità all’adrenalina o un’alterata regolazione del sistema nervoso autonomo, potrebbero svolgere un ruolo nella manifestazione dei sintomi.

I fattori scatenanti del disturbo di panico possono variare da individuo a individuo. Tra i più comuni si possono trovare situazioni stressanti o traumatiche, come la perdita di una persona cara, un evento particolarmente spaventoso o una condizione di forte stress lavorativo.

Anche gli stati fisici come l’assunzione di determinati farmaci, l’eccessivo consumo di caffeina o alcol e la mancanza di sonno possono agire da trigger per gli attacchi di panico. Inoltre, alcune condizioni mediche come l’ipertiroidismo o problemi cardiaci possono favorire il manifestarsi del disturbo.

Oltre ai fattori biologici e ambientali, anche i fattori psicologici giocano un ruolo significativo nel disturbo di panico. Ad esempio, l’ipervigilanza nei confronti delle sensazioni corporee o la tendenza a interpretare in modo catastrofico determinati segnali fisici possono contribuire all’insorgenza degli attacchi di panico. Inoltre, alcune esperienze negative passate, come traumi infantili o situazioni di vita stressanti, possono predisporre una persona a sviluppare il disturbo.

Complicanze e conseguenze a lungo termine

Le complicanze e le conseguenze a lungo termine del disturbo di panico possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Le persone con questo disturbo possono sperimentare un aumento del rischio di sviluppare altri disturbi psichiatrici, come la depressione o l’ansia generalizzata.

Inoltre, il panico può influenzare notevolmente le relazioni interpersonali, portando a isolamento sociale e difficoltà nei rapporti familiari e lavorativi.

Le complicanze fisiche del disturbo di panico possono manifestarsi attraverso sintomi come disturbi gastrointestinali, mal di testa, tensione muscolare e disturbi del sonno. Inoltre, l’ansia cronica associata al panico può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, ipertensione e obesità.

Le persone con disturbo di panico possono anche essere più suscettibili all’abuso di sostanze, come alcool o droghe, come mezzo per cercare di gestire i sintomi.

A livello lavorativo, il panico può limitare le opportunità di carriera e compromettere le performance sul lavoro a causa della difficoltà a concentrarsi e a gestire lo stress.

Inoltre, le ripercussioni finanziarie legate al costo dei trattamenti e alle assenze lavorative possono contribuire a un ulteriore stress e ansia. In generale, è fondamentale affrontare il disturbo di panico in modo tempestivo e con un trattamento appropriato per prevenire l’insorgenza di complicanze a lungo termine.

Trattamento e gestione del disturbo di panico

Il trattamento e la gestione del disturbo di panico includono diverse opzioni terapeutiche volte a ridurre l’intensità e la frequenza degli attacchi di panico, nonché a migliorare la qualità della vita del paziente. Una delle strategie terapeutiche più efficaci è la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che si focalizza sull’identificazione e sulla modifica dei pensieri distorti e dei comportamenti disfunzionali associati all’attacco di panico. Attraverso la TCC, il paziente impara a riconoscere i sintomi premonitori dell’attacco di panico e a sviluppare strategie per affrontarli in modo più efficace.

Nel trattamento del disturbo di panico possono essere prescritti farmaci come gli antidepressivi o gli ansiolitici, che possono aiutare a ridurre l’intensità degli attacchi di panico e a controllare i sintomi ansiosi associati. Tuttavia, l’uso dei farmaci deve essere valutato attentamente dal medico in base alle specifiche caratteristiche del paziente e alla gravità del disturbo. Inoltre, è importante adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, regolare attività fisica e un adeguato riposo, per favorire il benessere generale e ridurre lo stress, che può contribuire alla comparsa degli attacchi di panico.

Infine, il supporto psicologico e la partecipazione a gruppi di auto-aiuto possono essere utili per affrontare il disturbo di panico in modo più efficace e per migliorare la gestione degli attacchi di panico nel lungo termine.

Il ruolo della terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento dei disturbi da attacchi di panico

Il ruolo della terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento del disturbo da attacchi di panico è fondamentale e ampiamente supportato dalla ricerca scientifica. Questo approccio terapeutico si concentra sull’identificazione e sulla modifica dei pensieri distorti e delle credenze irrazionali che contribuiscono all’insorgenza degli attacchi di panico. Attraverso la terapia cognitiva, i pazienti imparano a riconoscere i pensieri catastrofici che possono scatenare l’ansia e a sostituirli con pensieri più realistici e positivi. Questo processo aiuta a ridurre l’intensità e la frequenza degli attacchi di panico, migliorando la qualità della vita del paziente.

La terapia comportamentale, invece, si concentra sull’esposizione graduale ai sintomi fisici dell’ansia attraverso tecniche di respirazione e rilassamento. Durante le sessioni di terapia, i pazienti imparano a gestire le sensazioni fisiche associate agli attacchi di panico, riducendo la paura e l’evitamento delle situazioni temute. Questo approccio aiuta i pazienti a recuperare il controllo sulle proprie reazioni fisiologiche all’ansia, riducendo la frequenza e l’intensità degli attacchi.

Inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale include anche l’insegnamento di abilità di coping e strategie di gestione dello stress per prevenire la ricomparsa degli attacchi di panico. Gli studi clinici hanno dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale è altamente efficace nel trattamento del disturbo da attacchi di panico, con tassi di successo che superano il 70%. Pertanto, questo approccio terapeutico rappresenta una risorsa preziosa per coloro che soffrono di attacchi di panico cronici e invalidanti.

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